Claudia Pretto

Il tatto della danza racconta la storia di una persona trafficata in Italia e resa schiava

L’artista, danzatore  e coreografo Marco Casoli , laureatosi in danza alla Università Codarts di Rotterdam  (https://www.codarts.nl/en/education/bachelors/dance/about/ ), attualmente membro del collettivo artistico : “Frammenti di Scena” (https://www.frammentidiscena.com/ )  mi ha contattata perché era suo desiderio  raccontare,  in una performance di teatro danza,  per lo spettacolo “ A Malacarne” del collettivo Frammenti di Scena, una storia vera di una persona vittima di tratta degli esseri umani portata in Italia per lo sfruttamento sessuale. L’artista danzatore  Marco Casoli sceglie con cura i soggetti e lavora a lungo, anche  con i suoi colleghi del collettivo Frammenti di Scena,   nello studio e la  cura dei temi che decide di danzare o di coreografare,  per trasporre sempre un messaggio sempre  onesto, vero mai scontato.

Ho attinto  dunque alla mia esperienza come esperta giurista e ricercatrice sul tema del traffico di esseri umani ( cfr https://iris.unito.it/retrieve/handle/2318/1645117/351780/COLLANA%20QUADERNI%20VOLUME%2030%20%282%29.pdf)  , ma soprattutto sono tornata alla memoria dei tanti  i volti, sguardi delle persone vittime che ho incontrato, alle tante  storie reali delle persone che ho ascoltato, trascritto in tanti anni di lavoro sul campo come giurista. La tratta degli esseri umani per sfruttamento, anche  tramite di finte organizzazioni o persone che dichiarano  di aiutare, ma in realtà sono parte di una rete criminale organizzata,  é una grave piaga che riguarda anche  l’Italia, l’Europa e di fatto ogni luogo del mondo.  La tratta degli esseri umani è un crimine, una grave violazione dei diritti umani, essa consiste nel reclutare, trasportare, dare accoglienza, con l’uso della coercizione psichica o fisica, con l’inganno, con l’abuso di una posizione di potere ad una persona per poter avere un guadagnano attraverso lo sfruttamento della persona. La tratta degli esseri umani colpisce moltissime persone migranti,  anche moltissimi minorenni, ma può riguardare chiunque, per  il potere  di azione effettiva delle organizzazioni / reti criminali,  spesso conniventi con finti aiutanti corrotti. Molte persone credute  scomparse possono anche essere  in realtà cadute vittime della tratta degli esseri umani, spesso è difficile individuare le vittime perché le organizzazioni criminali sono molto ben  organizzate e radicate in alcuni territori tanto da non essere subito individuabili. La tratta degli esseri umani  è una forma di  schiavitù,  si crede che la schiavitù  sia stata sradicata dalla civiltà umana dei nostri tempi,  ma  essa resta invece celata dietro altre forme, fra queste  la tratta degli esseri umani. La tratta degli esseri umani é come detto il trasferimento ai fini di sfruttamento delle persone ,persone private dei diritti, trasformate   in meri oggetti   diventando nuda proprietà di altri che decidono tutto di loro e per loro,  in un circolo senza fine che li vede spesso essere ceduti più volte anche ad organizzazioni diverse, soprattutto nel caso dei bambini e delle persone più vulnerabili. Alcune vittime  possono essere anche trafficate per adozioni illecite, traffico di organi,  manovalanza per le stesse reti criminali sotto minaccia, inganno, violenze fisiche e/ o psichiche spesso indicibili (cfr https://www.europol.europa.eu/crime-areas/trafficking-in-human-beings#:~:text=It%20involves%20the%20criminal%20exploitation,both%20genders%20and%20all%20ages ).

L’Italia è un hub a livello europeo ed internazionale per quanto riguarda la tratta degli esseri umani in quanto proprio in Italia spesso le persone arrivano o vengono poi smistate per altri luoghi. La posizione geografica porta l’Italia ad essere un luogo prediletto per l’arrivo e/ o per il transito delle vittime della tratta degli esseri umani. La tratta degli esseri umani è oggi definita come la schiavitù moderna, perché in un sistema globale e interconnesso è molto semplice  e  rende moltissimo trasferire, trasportare, reclutare, anche tramite i social, attingendo alle nuove tecnologie,   le persone per utilizzarle per fini di sfruttamento. La tratta degli esseri umani rende più di qualsiasi altro traffico in termini economici per questo tante sono le vittime , molte di piu di quelle accertate , la tratta degli esseri umani rende più del traffico di  armi e del traffico di  droga (cfr   https://unric.org/it/8-cose-da-sapere-sulla-tratta-di-esseri-umani-nel-21-secolo-parte-2/ ; https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20230921STO05705/tratta-di-esseri-umani-la-lotta-dell-ue-contro-lo-sfruttamento; https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2021-04/focus_la_tratta_10mar2021_10.30.doc1_.pdf ) . L’Italia è luogo di destinazione e di transito di migliaia di vittime di tratta degli esseri umani , molte di queste persone sono minorenni, spesso bambini molto piccoli, tante sono adulte, fra queste anche moltissime donne e uomini che sono stati costretti a lasciare il loro paese di origine, spesso la loro rete familiare e di sostegno per motivi di persecuzione. Marco Casoli mi aveva chiesto una storia che raccontasse in modo onesto questa orribile piaga sempre attuale dell’umanità in modo onesto  ed umano,   che si ispirasse a storie vere.  Così ho  scritto,  modificando per protezione ovviamente nomi, provenienza e alcuni elementi, la storia di Pablito ( nome di fantasia), giovane ragazzo peruviano omosessuale perseguitato nel suo paese per il proprio orientamento sessuale, fuggito affidandosi ad una finta rete di aiuto che l’ha portato come promesso in Italia , ma per renderlo schiavo sessuale di notte e badante di giorno costringendolo a drogarsi per poter restare vigile in entrambi i lavori.  La situazione di Pablito come quella di moltissimi è quella della  costrizione al lavoro forzato per  un debito che non finisce mai, la violenza fisica, la consapevolezza che liberarsi equivale poi anche a poter “fatalità”, finire uccisi investiti sulle strisce mentre si attraversa la strada usciti da dove si è andati a denunciare. Uomini, donne, bambini schiavi anche nelle nostre città, uomini donne e bambini usati come oggetti per i mercati delle adozioni illegali, per i mercati del sesso , degli organi. La storia di Pablito è la storia di una persona che racconta il proprio dramma, tutta la violenza subita in patria per la propria diversità, lungo il viaggio e la vita da schiavo che vive al signore anziano dove lavora durante il giorno, questo signore si chiama Mario ed è allettato e non parla, è immobile nel letto, Pablito lo cura e lo accudisce con immenso amore, a lui affida mentre gli cura le piaghe da de cupido tutto il suo vissuto dopo che gli ha affidato  la sua storia dal volto di Mario scendono  delle lacrime.

Marco Casoli ha trasposto in voce e  in danza la vita di Pablito,  con immensa eleganza e rispetto, con profonda umanità,  danzando con il tatto dell’anima, nello spettacolo:  “  A Malacarne” del collettivo  Frammenti di Scena. ” A Malacarne ” é uno spettacolo intenso, vero, schietto, immensamente poetico che denuncia le diverse forme di sfruttamento della prostituzione entiche e moderne e della ipocrisia e della falsità rispetto al reale vissuto di queste persone schiave (https://www.instagram.com/reel/C6EBtfnIAax/ ) .

Ringrazio  Marco Casoli per avere avuto la sensibilità e la professionalità di scegliere  trasporre la storia vera di una persona schiava dei nostri tempi. Dalla richiesta di Marco Casoli è nato un dialogo creativo che ha reso possibile il portare  in modo estremamente toccante ed elegante  il racconto del reale della violazione della dignità umana che avviene spesso nell’assordante silenzio.

L’ “Arte oltre l’Arte”   ha preso forma   in  questo dialogo con l’artista Marco Casoli . E’ stata una collaborazione  estremamente arricchente  con un artista danzatore coreografo poliedrico, umano , professionale , rispettoso  nel trasporre la vita reale di una persona violata nella propria dignità con profonda cura.

 

“Mi chiamo Pablito ho 25 anni e sono peruviano, ma adesso sono bloccato qui in Italia, sono diventato schiavo a Milano, schiavo del sesso.

Sono un uomo che si sente donna , la mia anima è femminile ma il mio corpo è maschile.

Nel mio paese sono stato cacciato di casa perché mia madre mi ha trovato in camera di mia sorella mentre indossavo degli abiti femminili.

E’ stato come se mi fossi sentito sbagliato o sbagliata!

Eppure sono io!

Ma quell’orrore negli occhi di mia madre non lo dimenticherò mai , è entrata mi ha guardato mentre avevo indossato la gonna di mia sorella, quella di seta rossa, la più bella e me la sentivo scivolare sulle gambe e fra le gambe e come avrei voluto essere femmina come lei fra le mie gambe e con quella gonna mi sentivo femmina, potevo esserlo.

Mia madre è entrata mentre mi muovevo con la gonna e mi sentivo viva, ma gli occhi di mia madre mi hanno fatto sentire sporca , sbagliato, sbagliata e sporco, lì ho capito la mia condanna, ma avrei provato lo stesso un anno dopo a Milano nella casa di quelli che mi usavano come schiavo sessuale.

In Perù la condizione di chi è come me è terribile, per questo ci sono delle associazioni, degli enti che ti aiutano e io mi sono affidato ad uno di loro, credevo di poter finalmente avere trovato pace e protezione.

 Mi hanno accolto, preso dalla strada e mi hanno aiutato ad avere una casa, un luogo dove stare e potevo parlare con persone come me. Un giorno Manuelita quella di noi che era riuscita a farsi ascoltare anche dai politici e per questo poteva aiutare alcuni a cambiare vita ad andare lontano.

Così quando l’ho incontrata al centro dove è venuta  a parlare mi sono fidato di lei e lei mi ha promesso un lavoro in Europa a Milano , un lavoro onesto. Io sono bravissimo a cucire ho imparato da mia nonna, la guardavo di nascosto mentre rammendava calzini e pantaloni del nonno che faceva il contadino per un signore che aveva tantissimi campi.

Nonno tornava a casa sempre con dei buchi nei pantaloni logori. Io mi mettevo dietro la porta e osservavo la Nonna tutte le domeniche cuciva. Poi ho imparato dal sarto della nostro quartiere, la periferia più estrema di Lima, sono diventato bravissimo, ho imparato a cucire qualsiasi cosa: pantaloni, giacche, camice, gonne… ah le gonne, ne avevo cucite anche per mia madre e mia sorella, come avrei voluto indossarle io quelle gonne.

Nonna è morta dopo una lunga malattia, io da lei ho imparato la cura, la cura del cucire, la cura dei dettagli delle cose fatte con il cuore e la cura di una carezza e di una presenza silenziosa che non giudica. Mia nonna mi guardava mentre la osservavo da bambino, lei forse aveva già compreso tutto della mia natura

Grazie a Manuelita io ero riuscito ad ottenere un contratto di lavoro e un visto per Milano presso una casa di moda , così ho preso quell’aereo per Milano convinto che la mia vita sarebbe da quel momento stata meravigliosa, ma mi sbagliavo.

Spesso avevo creduto che non potessero esistere uomini e donne più cattivi di mia madre e di mio padre che mi avevano cacciato di casa perché non erano come loro volevano, ma poi ho scoperto che ci sono esseri disumani che rendono oggetti altri esseri umani per il puro piacere del controllo e del potere sulla persona che così diventando oggetto non esiste più..

Arrivato a Milano subito tutto è diventato un inferno, i contatti di Manolita erano in realtà una rete di trafficanti sfruttatori che ha portato in Italia non solo me ma altre tre ragazzi ventenni  e due ragazze minorenni , loro avevano pensato a tutto, si certo tutto era falso e poliziotti , autorità peruviane ed italiane erano state corrotte e avevano collaborato con questi finti salvatori che dovevano condurci ad una vita migliore per condurci all’inferno.

Sono stato portato in un appartamento dal quale non potevo uscire, mi hanno tolto tutte le mie cose, sono stato stuprato da diversi uomini mentre ero legato , mi avevano coperto gli occhi no ho mai visto i volti di quei primi violentatori. Mi è stato detto che non mi chiamavo più Pablito, che ora ero Manuel e che avevo con loro un debito di 30.000 euro al quale si aggiungeva il vitto e l’alloggio, avrei ripagato prostituendomi dove volevano loro e come volevano loro, ma non bastava per pagare il debito così avrei dovuto anche in certi giorni svolgere l’attività di badante in alcune case alcune ore al giorno, ma non avrei mai dovuto raccontare nulla. In realtà al signor Mario affetto da demenza senile, un signore che mi sembrava la mia nonnina, al signor Mario io ho raccontato la mia storia perché lui non poteva parlare, ma poteva capire. Il signor Mario non poteva muoversi dal letto, io dovevo arrivare alle 8.30 ogni giorno dal lunedì al venerdì ed andarmene alle 13 ora in cui arrivava la figlia a casa.

“Caro Mario, mentre ti curo le piaghe che ti fanno tanto soffrire su questo tuo corpo fragile sento che parlo con Cristo in croce quale tu sei e  so che tu puoi capire le mie piaghe  che sono piaghe profonde nella mia anima ferita di essere umano oggetto.

Caro Mario tutte le notti in Corso Buenos Aires in centro in questa splendida Milano io devo salire in una appartamento elegante  e chiuso in una stanza devo dare piacere a uomini di ogni età e razza , vengono dall’est, dall’America del nord, spesso anche da paesi più a sud del mondo del Perù , talvolta mi parlano lingue straniere e mi stuprano. Brucia il mio ano come brucia il mio cuore ferito. Se non accetto mi denunceranno alla polizia italiana come irregolare e in ogni caso se mi rinviano in Perù li con tutti i contatti che Manuelita,  la salvatrice di noi persone transgender ha, so che non sopravvivrei, verrei fatalità trovato morto. Me lo hanno detto quella prima notte che mi hanno stuprato che io sono di loro proprietà, che non posso più tornare indietro perché se tornassi in Perù e parlassi mi farebbero ammazzare. Spesso accanto alla stanza lussuosa dove io devo intrattenere e farmi stuprare da quelli che i miei sfruttatori  chiamano clienti, sento le urla di Rita è la ragazzina venuta dal Messico e che è appena sedicenne, la stuprano, la violentano, la distruggono anima e corpo e io non posso fare nulla. Caro Mario lo sai che io dormo al massimo 4 ore ? che loro mi controllano e mi danno anche delle pillole perché io devo poi venire da te, ma qui con te ho un attimo di pace perché il tuo corpo bloccato e imprigionato nella tua mente congelata mi aiuta ad accettare le torture che subisco io. Loro mi accompagnano sotto casa tua e alle 13 vengono a riprendermi, quelli dell’agenzia ricerca badanti lo sanno benissimo che molti fra noi sono trafficati. Spero sempre che una delle tue figlie mi faccia delle domande, mi chieda dove vivo cosa faccio come sto. Invece anche per loro io sono un oggetto, ma forse anche tu sei un oggetto , ma solo che fingono attraverso di me di occuparsi di te.

Caro Mario io sono Pablito e volevo solo vivere il femminile che mi abita, ma negato a casa mia ho cercato un luogo di pace e invece ho incontrato la schiavitù.

Caro Mario, ora ti ho medicato le piaghe, grazie per avermi ascoltato, adesso mentre sei sdraiato a letto io sistemo la stanza e canto una canzone del mio paese, la cantava mia nonna. Ah devo chiedere alle tue figlie se posso cucirti il pigiama, devo stringertelo, ormai sono tutti enormi per te, ma meriti di poter indossare un pigiamo cucito e sistemato con amore.

Caro Mario grazie per avermi ascoltato e grazie per questa lacrima che vedo scendere dal tuo viso, non so se sia per le piaghe tue o mie”

Mario: è immobile nel letto, il pigiama è così grande, Mario non può muoversi mentre Pablito gli parla una lacrima scende leggera come carezza gli solca il viso”

di Claudia Pretto

 

L’artista Marco Casoli ha arrangiato il testo con il mio consenso trasponendolo poi in danza

 

 

Foto Sara Secci . Danzatore coreografo : Marco Casoli . Tratto da “  A Malacarne “ (https://www.bolognatoday.it/eventi/teatro/a-malacarne-prostituzione-villa-beatrice.html ) del collettivo Frammenti di Scena : 9 nuove storie di prostituzione prendono vita nelle stanze di una villa del ‘600 esplorate da un pubblico che si muove con gli attori tra le camere di un bordello senza tempo .

Claudia Pretto
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